Aleksandr Riabushenko: “Ho capito di poter vincere e ce l’ho messa tutta. Ora sono carico per i professionisti”

2017-10-30

23 anni, nazionalità bielorussa ma cuore (ciclistico) italiano, Aleksandr Riabushenko si è aggiudicato in una bellissima gara il Piccolo Giro di Lombardia edizione 2017 e si prepara ora al debutto nei professionisti. Gli abbiamo chiesto cosa significa per lui questa vittoria e quali sono le sue prospettive per un futuro che, siamo sicuri, si preannuncia roseo.


Quanto è stata importante per te questa vittoria?
Ci contavo moltissimo, ero consapevole che era la mia ultima occasione di correre il Piccolo Lombardia e ho voluto onorare al meglio una bellissima corsa come questa. Ora che l’ho vinta mi resta solo il rammarico di non poterla più rifare, ma mi aspetta il Giro di Lombardia e direi che questa è una bella consolazione!

Quando hai capito di poter vincere il Piccolo Giro?
Ho avuto le prime buone sensazioni quando siamo rimasti solo in 3 in fuga. Sulla salita da Marconaga a Ello, l’ultimo strappo a 8km dall’arrivo, ho capito che potevo farcela, sentivo bene le gambe e ho avuto la forza per l’attacco decisivo.

Cosa ti aspetti dal futuro con il passaggio a professionista?
Sono convinto di poter fare bene, voglio crescere e darò il massimo per vincere anche da professionista, ma so anche che sarà tutto diverso rispetto ad ora. Mi aspetta un percorso impegnativo da affrontare e questa vittoria, più che un punto di arrivo, rappresenta per me un punto di inizio per una nuova difficile avventura.

Ora ti aspetta l’esperienza da professionista con UAE Team Emirates, ma che esperienza è stata in Palazzago?
Dopo un’esperienza biennale in Toscana, ho vissuto 2 anni intensi e bellissimi in Palazzago dove sono riuscito a fare bene. Devo anche dire grazie a un ottimo team con grandi preparatori.

Per il tuo futuro ti vedi più come un corridore da classiche o da corsa a tappe?
Ad ora mi vedo meglio per le corse di un giorno, ma non escludo un’evoluzione professionistica che mi possa vedere protagonista anche in una corsa a tappe.

Chi è il tuo corridore di riferimento, a chi ti ispiri?
Tra i professionisti cui mi ispiro c’è sicuramente Alejandro Valverde, un grande scalatore e grande campione.