Una corsa magnifica: così il Piccolo Lombardia sbarca tra le grandi classiche

2017-10-07

Se fino a qualche anno fa vincere il Piccolo Giro di Lombardia non era ancora una pietra miliare nella carriera di questi giovani, oggi possiamo dire che si tratta senza dubbio di una delle migliori gare a livello internazionale, paragonabile alle grandi classiche”: a parlare è Daniele Fumagalli, presidente del Velo Club Oggiono, giustamente orgoglioso di quella che possiamo dire essere una creatura sua e dei tanti collaboratori e volontari che anno dopo anno si impegnano per rendere questa manifestazione un appuntamento sempre più sentito e prestigioso. E a quanto pare ci sono davvero riusciti, come dimostra la massiccia partecipazione di un numero sempre maggiore di team stranieri, venuti a Oggiono per cercare di conquistarsi l’ambito titolo. Non solo: tutti i vincitori del Piccolo Lombardia sono poi diventati professionisti, così come farà anche Aleksandr Riabushenko - nazionalità bielorussa, ma team italiano – che si è conquistato il podio quest’anno in una gara combattuta ed emozionante.



Primo motivo di orgoglio per Fumagalli e le molte persone che si sono impegnate per dar vita a questo evento è appunto l’organizzazione: “Possiamo dire che tutto è andato alla perfezione, la soddisfazione per aver organizzato una gara che possiamo dire essere stata magnifica è grande: non ci sono stati intoppi di nessun tipo e questo è già un bel risultato. La grande partecipazione di pubblico d’altra parte testimonia di un interesse sempre maggiore per il Piccolo Lombardia, e anche questo è un grande motivo di orgoglio e sprone a continuare su questa strada. Da sottolineare anche la grande professionalità di tutti coloro che hanno dato il proprio contributo in diversi modi e, soprattutto, l’attenzione alla sicurezza, che per noi è sempre stata fondamentale: c’era una gran presenza della Polizia Stradale e tutti gli incroci di tutti i 174 km del percorso erano presidiati. Un’attenzione che, a detta di tutti, è raro trovare”.


Se l’organizzazione è stata un successo, anche vedere il Piccolo Lombardia crescere e farsi più importante nel corso degli anni è un incentivo per i team di tutto il mondo, anche se i più penalizzati sembrano essere stati proprio i giovani italiani: “Abbiamo aumentato il chilometraggio per questioni di forza maggiore, causa il crollo di un ponte sul percorso qualche mese fa, e questo sembra aver fatto la differenza proprio sugli italiani: ne abbiamo solo 2 posizionati tra i primi 20 e questo è un peccato. La ragione potrebbe essere che molti team sembrano preferire la quantità alla qualità e questo naturalmente affatica gli atleti: potrebbe essere bene correre meno gare, ma curarle di più. Si tratta solo di un’ipotesi, naturalmente, ma forse bisognerebbe rifletterci”.



E il vincitore? “Un ragazzo straordinario, educato, sempre gentilissimo: è un piacere parlare con lui ed è anche molto umile e disposto a imparare e a rapportarsi bene con gli altri. Mi ha fatto davvero piacere vederlo vincere e credo che anche le sue caratteristiche umane, oltre che quelle sportive, gli consentiranno di fare molta strada. Questa era la sua ultima stagione negli Under 23: ora passerà professionista e vedremo cosa gli riserverà la sua carriera”.